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Sistemi disattivazione dei cilindri

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  • Sistemi disattivazione dei cilindri

    Ciao a tutti,
    provo a ricapitolare qui per evitare di fare OT in parecchi 3D le funzionalità dei sistemi, non solo ACT o COD montati sui 4 cilindri, con alcune informazioni tecniche e video in generale.
    Per i motori a ciclo otto o sua variante miller/atkinson si stanno diffondendo sistemi di ogni tipo che fanno funzionare il motore in modalità diverse da quelle canoniche, ossia con qualche cilindro in meno a seconda della configurazione o architetture del motore.
    Lo scopo di tutti i sistemi è quello di ridurre i consumi nelle condizioni in cui al motore non è richiesta ma massima potenza. Facendo, se consideriamo un motore 4 cilindri in linea, scoccare meno accensioni si consumerà meno combustibile, attenzione meno, non la metà come si potrebbe pensare.
    I primi sistemi, banali banali sono quelli dove non viene comandata l'accensione e gli iniettori. Sistemi più complicati sono quelli come ACT o COD dove oltre al non comandare l'accensione e l'iniezione viene anche inibita l'alzata delle valvole mediante appositi attuatori.
    Il sistema ACT (o COD) funziona come da video allegato
    Animation: Volkswagen TSI Motor (1,4 l 103 kW) mit ACT - Aktives Zylindermanagement

    sulla testata sono presenti 4 attuatori che mediante l'inserimento di un perno spostano le camme dei cilindri 2 e 3 dalla posizione in cui aprono e chiudono le valvole ad una condizione neutra in cui non si aprono e chiudono.
    Il perché di questa complicazione? Per far lavorare meno i restanti 2 cilindri. Nei motori dove tale sistema non è presente ma le valvole si aprono e chiudono normalmente, nei due cilindri spenti viene aspirata aria, compressa e fatta espandere e questo costa in termini di lavoro che devono compiere gli altri motori. Con questo sistema il lavoro dovrebbe diminuire perché con le valvole a tenuta viene compresso e fatto espandere solo il vuoto ed il lavoro dovrebbe essere minore.
    Come ulteriore approfondimento se sto per esempio richiedendo alla macchina 100 nm di coppia con 4 cilindri, tale coppia dovrà essere sviluppata anche andando a 2. Questo di traduce con una maggiore pressione del turbo e quindi maggiore benzina utilizzata nei cilindri attivi ma nel complesso inferiore alla stessa che si consumerebbe se andassero tutti e 4 i cilindri. Inoltre i 2 cilindri spenti vengono comunque portati a spasso e gli attriti quindi non calano.
    Perché vengono spenti i cilindri 2 e 3 e non magari 1 e 2?
    La configurazione tipica per un 4 cilindri in linea è con i perni di biella a 180°, configurazione ad albero piatto. Con questa configurazione i cilindri viaggiano in coppia, 1 con 4 e 2 con 3, cioè quando 1 è alto anche il 4 è in alto ed il 2 e 3 sono tutti in basso.
    Partendo da questa considerazione di architettura meccanica introduciamo la configurazione degli scoppi. A scuola guida ci hanno tutti insegnato che per un motore con ciclo otto le fasi sono 4:
    - aspirazione;
    - compressione;
    - scoppio o espansione;
    - scarico,
    e tale ciclo avviene lungo 2 giri del motore, cioè 720°. Tradotto in soldoni, nell'arco dei 2 giri necessari per riavere lo scoppio del cilindro 1, ci dovranno essere stati anche gli scoppi degli altri 3 cilindri. Significa alla fine che ogni 1/2 giro ci sarà uno scoppio.
    Per avere questa configurazione la fase del cilindro 1 dovrà anticipare di un giro la fase del cilindro 4 visto che sono su tutti nello stesso momento. Quando il cilindro 1 scende per il ciclo di aspirazione, il cilindro 4 sarà in espansione. Stesso sfasamento si avrà per i cilindri 2 e 3. Non a caso la sequenza di accensione dei motori 4L è 1-3-4-2.
    Per consentire un funzionamento regolare bisogno lavorare sulle accensioni pari o dispari, ossia se si spenge il cilindro 3 si deve spegnere anche il cilindro 2 che avrà lo scoppio 360° dopo. il motore funzione come il bicilindrico.
    Considerando tutto ci si potrebbe chiedere perché non tenere le valvole leggermente aperte, magari qualche mm e magari tutte e 4 assieme? Teoricamente è possibile anche se va considerato un aspetto fondamentale che è che i motori attuali sono ad interferenza. Significa che le valvole invadono lo spazio occupato dal cilindro. Questo, unito al fatto che il rapporto di compressione supera il valore di 10:1 per non dire 12 o 13, dice che lo spazio di apertura delle valvole sarebbe molto limitato.
    Altra considerazione è la presenza o meno di contralberi di equilibratura. I contralberi servono per eliminare le vibrazioni del motore 4L e normalmente ruotano al doppio della velocità dell'albero motore. Tale sistema viene ottimizzato per il funzionamento a 4 cilindri e non sarà mai ottimizzato per il funzionamento a 2. Da questo punto di vista ci sta che il motore a 2 vibri.
    Cosa succede per gli altri motori?
    Teoricamente il principio è lo stesso ma viene declinato in modi diversi a seconda dell'architettura del motore.
    il motore più semplice è il V6. In questo caso è composto da 2 bancate singole di tre cilindri ognuna. Tale motore è costruito in una sola architettura di albero motore, ossia con i perni di biella sfasati di 120° e non 180°. La sequenza di accensione è leggermente diversa ma il principio è generalmente quello di spegnere una bancata di cilindri e mi risulta sia quello fatto da Alfa Romeo su Giulia. Il funzionamento rimarrà sempre regolare. La sequenza standard di accensione sarà 1-5-3-6-2-4. A seconda dell'apertura della V sono possibili altre sequenze. Non mi risultano applicazioni di tale sistema su 6 cilindri in linea
    Discorso leggermente più complicato per i V8. I V8 li puoi fare in 2 modi, albero piatto e gli inglesi lo chiamerebbero doppio 4 o albero a croce. Con l'albero piatto, essendo 2 4 cilindri potresti spegnere una bancata come fosse un 6 cilindri mentre per V8 con albero a croce, con i perni di biella a 90° e non 180° ci sono da fare 2 conti. Una applicazione di tale sistema mi risulta il V8 di Bentley che lavora spegnendo i cilindri centrali di ogni singola bancata.
    Speriamo di aver fatto cosa gradita e mi raccomando integrate pure.
    Tessera socio n° 199 - La differenza tra in ingegnere ed un bambino? Solo il prezzo del suo giocattolo!!!!!!!!

  • #2
    Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

    Complimenti

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    • #3
      Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

      Bravo Andrea,e che vuoi integrare?[emoji16][emoji16] sei stato a dir poco esaustivo.
      A questo punto aspetto che tu o qualcun altro smonti le candele per verificare se effettivamente presentano diversità di usura o segni particolari.
      Addirittura con un endoscopico si potrebbe guardare il cielo dei pistoni,così giusto per curiosità e spirito critico.
      Comunque ribadisco: ottima disamina dell'Act.
      [emoji122][emoji122][emoji122]

      Inviato dal mio citofono

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      • #4
        Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

        Bravo Andrea!

        Questo tuo post introduttivo è da "reputazione" non da "like"; cosa che purtroppo al momento non mi è stata consentita ...

        Sei stato chiaro in ogni particolare esaminato, tra i quali sottolineo la spiegazione che hai fornito relativamente alla ragione per la quale lo shut-off debba agire sui cilindri intermedi; infatti è tutto legato all'ordine di scoppio del 4 cilindri del TSI e alle rotazioni dell'albero motore per compiere il ciclo di Carnot.

        Però, a mio avviso, quando il motore lavora con i cilindri interni spenti, con le valvole costrette a restare chiuse, e quindi senza possibilità di sfiati all'interno delle camere di scoppio, negli stessi cilindri ci sia comunque una certa quantità d'aria, anche minima (insomma non un volume sottovuoto), che viene continuamente compressa ed espansa.

        Tecnicamente sarebbe stato possibile fare in modo tale da lasciare un minimo di sfiato alle valvole senza problemi di interferenza dei funghi delle stesse con i mantelli dei pistoni, nonostante l'elevato rapporto di compressione; mi riferisco soprattutto al 130 Cv. Però, per non farlo VW avrà avuto i suoi buoni motivi.

        Intanto, sapete a cosa sto pensando? A come ci si poteva rompere facilmente una gamba mettendo in moto con la pedivella le Ducati Desmo degli anni '70 se non si agiva sulla stessa in un certo modo ... e questo accadeva con le valvole che comunque continuavano ad aprire e chiudere i condotti di aspirazione e di scarico ...

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        • #5
          Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

          INGEGNERE

          Son d’accordo con tony , punto reputazione in arrivo.

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          • #6
            Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

            tony...infatti nei guzzi monocilindrici 500 c'era l'alza valvola per far si di "vincere" la compressione e riuscire a mettere in moto. Per questo sono d'accordo con te che i 2 cilindri "spenti" comunque comprimono aria (non siamo in ambiente protetto) e che un lavoro di attrito e sforzo , seppur minimo c'è. Come sono convinto che i 2 cilindri ogni tot vadano anche se in quel momento ed in situazioni simili vengono spenti. Per una salvaguardia tecnica. Anche perché l'aria compressa genera comunque calore...che in qualche modo deve essere dissipato. Spero di essere riuscito a farmi capire cosa intendo.

            Commenta


            • #7
              Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

              @velociraptor - Ehh Luigi Luigi ... tu sei molto molto ferrato con i motori, le auto e le moto ...

              Come non ricordare, per chi la può ricordare, la leva alzavalvole del Falcone posizionata sullo sterzo accanto alla manopola sinistra ?

              Commenta


              • #8
                Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

                tony...Detto da te è un immenso complimento al quale non posso esimermi dall' inchinarmi al tuo cospetto in segno di gratitudine..

                Inviato dal mio SM-G920F utilizzando Tapatalk

                Commenta


                • #9
                  Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

                  Mmm .. ora non mettermi in difficoltà e soprattutto non confondermi ... lool

                  Resta il fatto che ti ringrazio per la stima e la considerazione immeritata!

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                  • #10
                    Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

                    Originariamente inviato da tony Visualizza il messaggio
                    @velociraptor - Ehh Luigi Luigi ... tu sei molto molto ferrato con i motori, le auto e le moto ...

                    Come non ricordare, per chi la può ricordare, la leva alzavalvole del Falcone posizionata sullo sterzo accanto alla manopola sinistra ?
                    Off Topic. Mio padre ha un Falcone 500 Sport. Anche un Gilera Saturno. Quest’ultimo all’accensione dà dei memorabili colpi sulle caviglie

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                    • #11
                      Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

                      @Golf_TDI_Generation - Emanuele, complimenti a tuo padre!

                      Ha due bellissime moto italiane di particolare interesse storico, le quali erano tra di loro in fortissima concorrenza per essere state commercializzate in periodi similari!

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                      • #12
                        Re: Sistemi disattivazione dei cilindri

                        La principale problematica legata al sistema ACT ed in particolare allo spegnimento dei cilindri 2 e 3 è stata già oggetto di analisi nel seguente thread:
                        Tutto quello che riguarda i motori della Golf 7. Consumi ... tecnica e cosi via. Questo forum è <font color="#FF0000"><i>no spam</i></font>, guarda il regolamento se non sai cosa significa.


                        In tale thread sono più volte intervenuto, da ultimo nel post # 834 quotando un precedente intervento di Hans, sostenendo l’impossibilità di escludere totalmente qualsivoglia volume gassoso all’interno dei cilindri spenti che vada al di là del semplice volume occupato dalle camere emisferiche di scoppio.

                        Le ragioni di tale assunto le ho già spiegate, ma ora cerco pure di semplificarle dicendo che, nella maggior parte dei motori endotermici a 4 tempi, le valvole restano chiuse per una rotazione angolare minima dell’albero motore rispetto a quella necessaria allo svolgimento di un ciclo completo. Infatti, le 4 fasi si compiono con una doppia rotazione dell’albero motore, ossia con una rotazione angolare di 720° a fronte dei quali le valvole continuano a restare “più o meno aperte” per almeno 500° per il discorso degli anticipi e dei ritardi da me richiamati nell’altro thread e che per esempio qui è possibile comprendere meglio:


                        Il processo di commutazione meccanica che porta allo spegnimento dei cilindri, secondo quanto riferisce VW, avviene invece in mezzo giro dell’albero a camme (180°) cui corrisponde un giro completo dell’albero motore (360°) che come è noto ruota a velocità esattamente doppia.

                        Tenuto conto di quanto precede risulta difficile comprendere come possano evitarsi con la detta commutazione meccanica (da cilindri attivi a cilindri disattivi) residui gassosi superiori a quelli presenti nelle camere di scoppio secondo quanto riferito da Hans, nonostante questa debba essere la logica del sistema ACT per ottenere i vantaggi promessi da VW.

                        I video di Youtube se per un verso mostrano il funzionamento dinamico del sistema ACT, per altro verso sono limitativi perché si focalizzano su cosa avviene solo su uno dei due alberi della distribuzione, mentre occorrerebbe visionare attentamente e contemporaneamente entrambi gli alberi e quindi il preciso movimento sia delle valvole di aspirazione che di quelle di scarico.

                        Tuttavia, dopo una riflessione complessiva sul sistema e dopo essermi consultato con un mio caro conoscente, progettista motoristico nonché elaboratore nello stesso settore, sono riuscito a darmi una risposta tecnica, in grado di soddisfare la logica di Hans.

                        La risposta è questa:
                        Tutto si risolve con un processo di commutazione meccanico che si realizza con un leggerissimo anticipo di chiusura delle valvole di aspirazione rispetto a quelle di scarico grazie al particolare calettamento guidato sugli alberi a camme dall'azione dei rispettivi attuatori.

                        Per la mia forma mentis, radicata sulle risultanze dei convenzionali diagrammi di distribuzione, una roba del genere non era di facile comprensione e quindi digeribilità.

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