Sovralimentazione sequenziale. La vettura sperimentale differisce dunque dal modello di serie per quello che trova posto nel vano motore: dal "musone" della RS 5 è sparito il 4.2 V8 aspirato da 450 CV, sostituito da un sei cilindri a gasolio con due turbine. La logica è sempre quella della sovralimentazione sequenziale, con una girante più piccola per garantire la spinta ai bassi, e quella più grande (affetta da maggiore inerzia) deputata a dare la spinta in alto.
Il funzionamento del TDI "elettrico". Con il turbo "elettrico", questo schema conosce un nuovo, interessante step evolutivo: ad azionare la turbina piccola, qui, non sono più (o meglio, non solo) i gas di scarico, ma un compressorino elettrico deputato a spingere l'aria verso l'unità, riducendone ulteriormente i tempi di intervento. E garantendo così uno spunto ancor più rapido, oltre a una risposta pressoché istantanea anche quando si torna sul gas dopo una fase di rilascio.
385 CV e 750 Nm. Si diceva che il turbo "piccolo" non funziona solo elettricamente: l'unità ausiliaria esaursice il suo compito ai regimi più bassi di funzionamento. Poco dopo che è stata avviata, la turbina torna a essere normalmente alimentata dai gas di scarico. Con questa nuova versione del V6, i tecnici dell'Audi sono riusciti a raggiungere prestazioni di livello assoluto: la potenza massima raggiunge i 385 CV e la coppia si attesta a quota 750 Nm, a partire da 1.250 giri.
La prima RS diesel è dietro l'angolo. Il motore, che pesa complessivamente 192 kg (meno della versione 2012), non rimarrà un esercizio d'ingegneria, ma troverà presto la sua strada verso la serie: candidate principali per portarlo al debutto - in una versione "edulcorata" sono A6 e A7 Sportback - ma più in là è attesa anche la potentissima variante presentata oggi, che potrebbe essere riservata alla prima Audi RS a gasolio.
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